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Parodontologia

Parodontologia

Il parodonto è formato da gengiva, legamento parodontale, cemento radicolare e osso alveolare. Ha la funzione di ancorare l’elemento dentale all’osso alveolare e assicurare la sua stabilità nell’arcata alveolare.

Il legamento parodontale ricopre le radici dei denti collegando cemento radicolare e osso alveolare. La gengiva ricopre l’osso alveolare e circonda la porzione cervicale dei denti. A ridosso del colletto dentale, il margine gengivale libero forma una piccola invaginazione detta un solco gengivale, che in condizioni di salute è profondo 1-3 mm al massimo.

La gengiva normale o clinicamente sana è caratterizzata da colore roseo, consistenza ferma e contorno festonato. Le papille interdentali sono ferme, non sanguinano al sondaggio e riempiono lo spazio tra un dente e l’altro. Non c’è sanguinamento gengivale durante le monovre di spazzolamento e al controllo dal dentista la sonda parodontale non penetra nel solco gengivale oltre i 3 mm né causa sanguinamento quando inserita.

Di che cosa si occupa la parodontologia?

Di che cosa si occupa la parodontologia?

La parodontologia è la branca dell’odontoiatria che si occupa del parodonto e delle malattie che lo interessano. Queste vengono chiamate malattie parodontali o parodontopatie, o volgarmente piorrea, sebbene la definizione corretta sia parodontite.

L’accumulo di depositi di placca e tartaro ricchi di batteri, all’interfaccia dente-gengiva, può nel tempo dar luogo a un’infiammazione, detta gengivite: le gengive si presentano edematose, gonfie, di colore rosso scuro e sanguinano. Se la sonda parodontale non si approfondisce oltre i 3 mm il disturbo è reversibile e non si è ancora perso attacco parodontale.

Se la gengivite viene trascurata o non opportunamente trattata, può interessare più in profondità i tessuti che sostengono il dente, portando nel tempo alla formazione di tasche e alla distruzione dell’osso alveolare e del legamento parodontale (parodontite). La parodontite è spesso silente, ovvero i sintomi clinici, quali ascessi e mobilità dei denti, possono apparire solamente ad uno stadio avanzato della patologia.
La placca batterica ha sicuramente un ruolo fondamentale nel processo patogeno, tuttavia oggi si ammette che esista

una forte componente genetica per la suscettibilità alla malattia parodontale. Recenti ricerche hanno indicato che oltre alle influenze genetiche, anche fattori predisponenti legati allo stile di vita o a patologie

concomitanti possono influenzare l’espressione clinica delle malattie parodontali.

Tra questi il fumo (sia esso di sigaretta, sigaro o pipa), è sicuramente un fattore di rischio determinante per la parodontite. E’ correlato alla patologia in rapporto dose-dipendente, ovvero maggiore è il consumo giornaliero di sigarette, maggiore è il rischio di insorgenza, di severità delle lesioni e di rapidità della progressione della parodontite. Un fumatore dovrebbe quindi limitare, o ancor meglio eliminare, il consumo giornaliero di tabacco.

Altri fattori di rischio del paziente sono l’obesità, la sindrome metabolica, lo stress e il diabete di tipo I e di tipo II. In pazienti affetti da diabete mellito, la presenza di parodontite di grado severo è risultata fino a 11 volte maggiore della presenza riscontrata nella popolazione generale.

Terapia causale non chirurgica

La terapia delle parodontiti è di tipo causale, unitamente all’attento controllo dei fattori di rischio sistemici e locali, e consiste nell’eliminazione sopra e sotto gengivale della placca batterica, del tartaro e delle tossine batteriche cioè dei fattori eziologici principali della malattia parodontale.

Questo si fa in una o più sedute di igiene professionale durante le quali l’igienista rimuove manualmente o meccanicamente con strumenti a ultrasuoni e manuali tutti i depositi molli e duri dalle superfici dentali. A questo segue un’attenta azione di educazione del paziente che deve essere motivato ed istruito ad un’accurata igiene orale domiciliare. Alla fine della terapia parodontale si entra in un protocollo di mantenimento che prevede richiami ravvicinati di igiene orale professionale.

Terapia parodontale chirurgica

Conclusa la fase di preparazione iniziale (debridment) di disinfezione della bocca, si valuta la necessità di procedere o meno con la terapia chirurgica. La terapia chirurgica può essere di tipo rigenerativo, atta a riempire piccoli difetti ossei tramite l’impiego di biomateriali, oppure di tipo resettivo, che ha l’obiettivo di eliminare le tasche ossee e quindi di ripristinare un’anatomia parodontale che permetta corrette manovre di igiene orale.